non è indispensabile ma quando lo usi, tutto ha un altro SAPORE.

Intervista a Burro Studio

A cura di: Ginevra Corso, Nicola Brucoli, Carlo Settimio Battisti

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Cos’è per voi il burro? Quanto il burro rappresenta la nostra cultura culinaria e quanto questo tipo di cultura riesce ad essere forte in un immaginario che spazia fino alla comunicazione visiva?

Il burro è condimento, è legante, lo usiamo per arricchire i piatti, per friggere, per preparare i dolci. Il burro è versatile, è energetico, a volte è un peccato di gola. Non è indispensabile, ma quando lo si usa tutto ha un altro sapore. Crediamo che oggi più che in ogni altra epoca il cibo sia al centro della nostra cultura. O comunque che ne rappresenti e ne influenzi una buona parte. Per questo la scelta di un nome alimentare e connesso con la nostra cultura, ma anche osé. Ci leghiamo al nostro background, ma vogliamo stravolgerlo come un condimento peccaminoso. 
Si dice si mangi con gli occhi prima ancora che con la bocca. Questo non vale solo in cucina ed oggi più che mai viviamo in una generazione per cui la cultura visiva è fondamentale. Qual è il risultato di questo connubio? Pensare al solo #foodporn ne è l’esempio. Uno scroll continuo di immagini di cibo, non per il cibo ma per quel che rappresenta, per il brivido dell’eccesso o dell’estetica, per sentirci stravolti, per avere la nostra dose di immagini. Per associarle a qualcosa di proibito e soddisfacente.

Come visualizzereste in un lavoro sintetico ed esauriente la nostra cultura?

Quando ti chiedono: Come visualizzereste in un lavoro sintetico ed esauriente la nostra cultura?
Chiaro, i meme non sono l’unica espressione della nostra cultura, ma sono un esempio eclatante di come si stia evolvendo. Cultura visiva, comunicazione, definizione di un codice universale, che trascende i limiti linguistici, l’affermazione dei trend e il loro aspetto effimero, nuove forme di satira ed ironia, una leggerezza solo apparente. La cultura oggi è comunicazione, in ogni forma.

Volete creare esperienze memorabili. Quanto genio e quanta tecnica servono? Più genio, sensibilità o tecnica?

Visto che abbiamo parlato di cibo possiamo usare un’altra metafora e dire che come in un’ottima ricetta la giusta proporzione tra gli ingredienti è il segreto per la sua buona riuscita. Insomma servono tutti questi elementi per creare qualcosa di emozionante e memorabile. Come in un’ottima ricetta però non esiste la versione perfetta e anzi molto spesso l’esito migliore lo si ottiene sperimentando. Esplorare temi diversi, sperimentare tecniche nuove, scoprire nuovi mondi è ciò che ci ha sempre dato ispirazione ed è quello che vogliamo trasmettere in quello che facciamo.  Hai presente assaggiare qualcosa per la prima volta? Ecco, poi te la ricordi per sempre. Ma in quel momento l’ingrediente è segreto.

Siete un duo stravolgente. Quali certezze, quali basi, quali radici vi piace stravolgere? E che tipo di stravolgimento realizzate? Possiamo parlare di ridisegno di un’estetica del “brutto”?

Bene! Ci hanno definito anche “agitatori culturali” e non neghiamo che ci dà sempre un po’ di soddisfazione vedere che quello che facciamo viene percepito in questo modo. Anche se la verità è che molto spesso non ci mettiamo a programmare a tavolino lo stravolgimento. Insomma, l’intento primo di quello che facciamo è creare sempre qualcosa di originale, in grado di trasmettere un’emozione, possibilmente di generare un ricordo e quindi sì, qualcosa che sia d’impatto, che lasci il segno.
Non ci sono certezze o radici specifiche che ci piace stravolgere. Cerchiamo sempre di fare un passo avanti rispetto alla nostra stessa visione perché siamo i primi a ricercare lo stupore e l’emozione nello scoprire qualcosa di nuovo. Quindi forse ecco, le basi che ci piace stravolgere sono proprio le nostre: mettersi continuamente in gioco, mettersi continuamente in discussione per non fossilizzarci mai su una sola ed unica visione, ma modificarsi ed evolversi sempre, nella continua ricerca del nuovo.
Del nuovo, non del brutto. Tante volte ciò che è nuovo, ma nuovo per davvero, può essere percepito come brutto perché scardina i canoni del gusto e delle tendenze del momento. In tal caso saremo soddisfatti: vi abbiamo stravolto, di nuovo. Con qualcosa di nuovo.