Il mio processo creativo è radicato nelle ORIGINI.

Intervista a Michele Lazzarini

A cura di: Ginevra Corso, Nicola Brucoli, Carlo Settimio Battisti

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Che significato ha per te la parola Terra?

La parola Terra è al centro del mio credo. Questo è un fondamento della mia filosofia di cucina.
Tutto dipende dalla Terra, dalla natura e la sua stagionalità, un processo spontaneo che ordina ogni scelta. E sempre strettamente connesse alla terra sono la cultura e la tradizione, un’eredità radicata ed originaria di incredibile potenza. Sono tutti questi, gli ingredienti fondamentali della mia cucina, del mio esercizio quotidiano.

Italia è cucina, è genio creativo. Quali sono le idee e gli elementi fondanti di quella cultura che non potrai mai scindere dal tuo processo creativo?

Il mio processo creativo è radicato nelle origini. Tutto il mio patrimonio culinario, la mia consapevolezza e quel che verrà nel mio futuro professionale nasce insito in una cultura millenaria, costruita da anni di storia sapiente. 
Una storia che ha visto popolazioni scoprire e plasmare la cultura culinaria di questa nostra terra. Sono proprio le nostre origini, le tradizioni che variano attraverso intense personalità di regione in regione, in ogni singolo paese e grande città, ad evolversi con la nostra cultura qui ed ora, ma tenendo il punto fermo sulla nostra identità.
Il cibo racconta di noi, delle nostre differenze, del nostro carattere, della nostra capacità di adattamento e di ingegno. Ci racconta come eravamo e ci svela come saremo domani.

Qual è per te il prodotto che esprime al meglio l’Italia di oggi? Il prodotto che ne possa raccontare la storia passata e quella presente, i dissidi e le contraddizioni?

Penso che ad esprimere l’Italia di oggi non sia il solo prodotto, bensì il produttore, il motivo per cui possiamo fruire del risultato finale. Senza di lui, senza la sua cultura e la sua fatica, non esisterebbe il prodotto, e non sopravviverebbe. Troppo spesso viene sottovalutata la difficoltà di lavorare la Terra, e lavorarla al giorno d’oggi. A questo si aggiunge non solo la fatica pratica, ma anche l’essere depositari di una cultura che va alimentata e perpetrata interpretando i tempi, i cambiamenti climatici, le esigenze umane ed etiche.
Uno studio costante e continuo che tocca ambiti professionali e pratiche complementari. Stiamo attraversando un periodo climatico in continua trasformazione, sempre più repentina, che mette costantemente a rischio la coltivazione di uno o più prodotti in determinati momenti dell’anno, ne modifica le caratteristiche e determina la nostra rinnovata cultura alimentare. La cura e la passione dei contadini e agricoltori, il loro studio costante, le nuove soluzioni per trasmettere il nostro patrimonio connesso al cibo, permettono di trasformare la materia prima in un prodotto di qualità d’eccellenza.

Cosa ne pensi delle tendenze in cucina? Possiamo aspettarci ancora grandi innovazioni in ambito culinario per quel che riguarda la sperimentazione, gli abbinamenti e i nuovi prodotti? E queste innovazioni future nascono dalla tecnica o dal genio?

Oggi è realmente difficile parlare di innovazione o tendenza in cucina. Piuttosto che in un avanzamento quasi di stravolgimento, penso si stia andando proprio nella direzione opposta. Sta riaffiorando la necessità di tornare alle origini, utilizzando prodotti semplici ma di qualità, uniti a tecnica e innovazione.
Bisogna tentare di sviluppare concetti etici e sostenibili per poter affrontare le problematiche concrete non solo della cucina ma anche della nostra generazione, e della Terra come ecosistema.