e invece io non sto nemmeno GRIDANDO, semplicemente sto SCRIVENDO.

Intervista a Marzia Sicignano

A cura di: Ginevra Corso, Nicola Brucoli, Carlo Settimio Battisti

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Cosa significa parlare d’amore a ventidue anni? E cosa significa avere voce a questa età, essere le parole lette e condivise dai propri coetanei e non solo?

Significa avere una motivazione in più per scrivere, che altrimenti non avrei avuto. Qualcuno che ti legga, intendo. E quando scopri che cosa vuol dire, capisci che è fondamentale. Potrei dirti che avere una voce per me vuol dire sentire di avere la responsabilità di ciò che scrivo, ma se la pensassi così non starei già più lavorando nel modo giusto. Perché vorrebbe dire che non mi sentirei più libera di essere me. E ci sono sempre io, dietro le parole. 
Per cui ti dico che parlare d’amore a ventidue anni vuol dire soprattutto liberarsi e dare un senso e un nome ai sentimenti che hai dentro, e che avere una voce per me significa realizzare un sogno. Avere la possibilità di parlare alle persone è l’unica cosa che ho sempre voluto. Perché devi sgomitare per farti ascoltare. E invece io non sto nemmeno gridando, semplicemente sto scrivendo.

Definisci “Io, te e il mare” un prosimetro che racconta il tuo punto di vista. Di che stile si tratta?

Si tratta di un modo di scrivere che mi permette di raccontare cose senza mai tralasciare il mio punto di vista personale, la mia soggettività, i miei sentimenti. Io, te e il mare si alterna tra prosa e poesia perché la mia prosa è poetica e la mia poesia è prosaica, per cui mischiare le due cose era inevitabile.
Avevo bisogno di uno stile che rispecchiasse perfettamente il motivo per cui scrivo e quello per cui ho iniziato a scrivere: aprirmi con le persone. Dare accesso agli altri, e così a me stessa, alla mia anima, che sarebbe sconosciuta anche a me se non avessi scelto di indagarla attraverso le parole. Non avrei potuto farlo solo attraverso la prosa, né avrei potuto attraverso la poesia. Quando scrivo ho bisogno di sentirmi più libera che mai, perciò ogni scelta stilistica è la naturale conseguenza di come sento di volermi esprimere in quel momento. Così anche questa.

Che ruolo ha avuto ed ha la comunicazione digitale nel tuo lavoro? Che ruolo avrà nel futuro della scrittura? Parliamo di un mezzo che può affiancare un prodotto letterario dando vita a un esito nuovo?

Non credo si possa fare un discorso generale. Perché il mio pensiero è che i social diventano nient’altro che l’utilizzo che ne fai. Non sono nient’altro che un mezzo, e così è anche nell’arte. E va benissimo, perché permette a noi che comunichiamo di parlare con più persone è possibile. A volte la conseguenza negativa è che l’uso dei social è spinto non tanto dal fine artistico-comunicativo, quanto più da quello dei consensi – il fatto di volersi sentire apprezzati –. Motivo per cui artisti di tutti i tipi, e in questo caso scrittori, spesso si omologano tra loro. È un mezzo potente che sa fare tutte le cose che mi hai elencato: sa completare, sa affiancare, sa annullare un prodotto letterario.
Sa anche pubblicizzarlo, renderlo universale, e tanto altro ancora. Ma tutto dipende da chi c’è dietro. Se uno è bravo, credo sia bravo dappertutto. Ed è bravo soprattutto a mantenere la sua unicità. Nel mio caso in particolare, la comunicazione digitale ha avuto un ruolo fondamentale nel mio lavoro, e ce l’ha ancora, perché mi ha permesso di farmi notare, perché mi permette ogni giorno di rendermi presente con chiunque mi leggerebbe, altrimenti, solo nei libri. È gran parte del mio lavoro, non è tutto, però. Quello che voglio dire e che ho già detto, è che per me si tratta di un mezzo. Se non avessi avuto quello, allora avrei fatto di tutto per trovarne un altro. Perché quello che conta per me è stare in libreria. 

Viviamo nel futuro e non ci stanchiamo di esplorare i sentimenti. La cifra umana è tanto diversa dal passato?

Io credo che parlare di sentimenti sia l’unico modo per sentire di avere una qualche voce in capitolo, nella storia dei sentimenti. Forse li indago perché mi illudo di poterli controllare, analizzare, perché così mi illudo che non mi stiano completamente inondando. Posso dire solo questo, perché non so come mai gli altri lo abbiano fatto o lo facciano. So solo che in fondo i sentimenti sono tutto quello che abbiamo e quindi, in questo, nel parlare di ciò che abbiamo dentro, secondo me la cifra umana non cambierà mai.